La gestione del rischio

Oggi presentiamo un libro, La gestione del rischio. Stress come crazione di valore, di Claudia Allavena.

Il libro nasce dallesperienza lavorativa dell’Autrice come professionista, dipendente pubblico, e dalla consapevolezza del fatto che, se l’operatore non è messo in grado di operare in serenità psico-fisica, ne risente soprattutto il paziente.

Durante aver lavorato tanti anni come infermiera, in ogni reparto dove è stata l’Autrice haregistrato che gli operatori sanitari, tutti, patiscono diverse condizioni di lavoro che sono causa di stress lavoro correlato.

L’opera prende in considerazione sia la teoria che la pratica relativa al rischio stress, nel senso che si cerca di osservare tutti gli ambiti in cui un’organizzazione si esprime: culturale, organizzativo, umano, sindacale, politico, sociale e l’intento è quello di valutare la ricaduta delle difficoltà sul vissuto del personale in termini di stress lavoro-correlato e cercare di individuare interventi adatti a ri-motivare il personale, a portare armonia e gratificazione durante l’orario di lavoro.

Il filo conduttore del libro è lo sviluppo della consapevolezza dell’operatore e dei suoi diritti, affinché, attraverso di questa, egli possa agire perché le aziende sviluppino ed attuino una politica “antropocentrica”, cioè considerino il lavoratore prima di tutto Persona, e la ricchezza che esso, in quanto tale, porta con sé, valore aggiunto e risorsa per il successo dell’azienda stessa.

A questo proposito, nel testo si parla di analisi del rischio, mettendo a confronto metodi e modelli, esperienze italiane e internazionali, dando così le basi teoriche del Risk Management.

Vengono illustrate le ricerche nazionali sul tema dello stress lavoro-correlato, sul benessere/malessere organizzativo, sul lavoro che il professionista deve svolgere su stesso per fronteggiare lo stress, sulle responsabilità giuridiche dell’ente in materia di rischio stress.

Viene altresì sottolineata l’importanza della cultura dell’organizzazione, della leadership, dell’importanza del gruppo professionale come comunità di pratica.

Ne esce un quadro ricco di sfumature e di possibilità di intervento che mette in luce, da un lato, come il rischio stress sia spesso, conseguenza di difficoltà organizzative che ricadono  sulla salute e sulla sicurezza del lavoratore, e dall’altro,  come queste “impurità” vengano lette dagli utenti come malasanità,  quando in realtà sono il risultato della mancanza di comunicazione, di collaborazione, di condivisione, del non ascolto, cioè di quegli elementi vitali e necessari alla vita dell’organizzazione che si nutre di sapere e saper fare ma non può prescindere dal saper essere perché essenza di ogni individuo quale è, in primis, ogni lavoratore.

Buona lettura.

Note sull’autrice

Infermiera, per vent’anni dipendente Asl. Abbandona il lavoro dipendente per scelta di vita, attualmente sta iniziando l’attività di consulenza infermieristica. Sito web www.claudiallavena.com

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