Vi presentiamo un libro-inchiesta sul mondo della sanità pubblica, ed in particolare sulla sua progressiva deriva privatistica.
Salute S.p.A. La sanità svenduta alle assicurazioni. Il racconto di due insider, Editore Chiarelettere. 2018, di
Salute SpA racconta chi sono i nuovi padroni della salute. Una lobby potente che, attraverso polizze ben congegnate e piene di cavilli, si garantisce utili milionari.
A quarant’anni dalla nascita del sistema sanitario nazionale (1978), la testimonianza sconvolgente dall’interno di Carraro e Quezel (entrambi da tempo impegnati nella lotta contro le assicurazioni per difendere i diritti dei cittadini danneggiati e non risarciti) ci consegna il racconto di un mondo sommerso nel quale la salute è schiacciata tra tornaconto politico e interessi privati. Annientato il diritto, la legge dei mercanti della salute stabilisce che chi può si curi e gli altri che si arrangino.
Meno diritti, più polizze.
Sempre più spesso le compagnie rifiutano di assicurare medici e strutture ospedaliere, rischiando di far saltare un sistema di tutele, garanzie e diritti. Perché è un mercato che non rende abbastanza. Ciò che fa guadagnare è invece il nuovo eldorado della sanità integrativa.
Intanto circa 10 milioni di italiani sono costretti a rifiutare visite specialistiche per problemi economici e la sanità pubblica, annientata da continui tagli e disinvestimenti, è costretta a fronteggiare con sempre meno efficienza e spesso in strutture inadeguate le istanze dei cittadini, che legittimamente reclamano l’essenziale tutela del diritto alla salute.
E’ evidente il disegno che c’è dietro ed è chiaro il modello di società che si va configurando: una lenta, ma inesorabile, deriva privatistica del nostro sistema sanitario, in cui la garanzia delle prestazioni sanitarie deve necessariamente soddisfare requisiti di utilità economica, e in cui le logiche imprenditoriali e gli obiettivi di bilancio non possono che costituire l’interesse fondamentale da perseguire.
Ma garantire la salute di tutti i cittadini è una questione di civiltà e non riguarda solo chi sta male: è interesse dell’intera collettività, non solo del singolo.
Reagire si può, prima che sia troppo tardi.